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Maculopatia

Maculopatia

Novità dagli USA (traduzione dall’inglese di C. Pierrottet)
Il seguente articolo è stato tratto da Internet e tradotto dall’originale inglese, al termine dello stesso daremo le indicazioni del sito da cui è stato ricavato.

La Maculopatia Senile (MS) ossia la degenerazione maculare correlata all’età costituisce la più frequente causa di cecità nel mondo occidentale in individui che abbiano superato i 50 anni di età (ma frequente è anche il caso di soggetti compresi tra i 35 e i 45 anni). In presenza di MS il campo visivo centrale, essenziale per la maggior parte delle attività visive (tra cui la lettura e la guida), viene offeso a livelli diversi, mentre viene mantenuta la visione periferica o laterale anche se, in moltissimi casi, con una forte diminuzione dell’acuità visiva.
La MS è classificata in due tipi diversi: la forma ASCIUTTA (atrofica), caratterizzata da depositi di materiale giallo sulla retina in punti chiamati drusen e la più grave forma UMIDA (neovascolare).
Sebbene la forma UMIDA della MS interessi soltanto il 15% circa di tutti i casi di MS, essa è responsabile per il 90% della perdita della vista correlata a questa patologia. In tutto il mondo si verificano ogni anno circa 500.000 nuovi casi di MS UMIDA.
Nella forma UMIDA della MS, si verifica una crescita abnorme dei vasi sanguigni, chiamata “neovascolarizzazione”, attraverso la macula – la parte centrale della retina. Questi vasi abnormi perdono liquido e sangue nel tessuto sul retro dell’occhio provocando danni alla retina, quindi ulcerazioni e una vasta zona di cecità, danneggiando la visione centrale. Sebbene la MS tenda a verificarsi in un solo occhio per volta, circa il 50% dei pazienti affetti da MS UMIDA a un occhio svilupperanno questa patologia nel secondo occhio entro cinque anni.
L’avanzamento della malattia varia da un periodo di alcuni mesi a tre anni. Senza alcun trattamento terapeutico, la maggioranza degli occhi affetti da MS UMIDA si troverà affetta da cecità funzionale entro due anni circa.

Sintomi e diagnosi precoce
Uno dei primi sintomi avvertibili di MS UMIDA è la distorsione delle linee dritte. Molti oculisti incoraggiano gli anziani, specialmente quelli con MS diagnosticata in un occhio, a controllare la vista usando un semplice diagramma, o carta millimetrata, chiamato “diagramma di Amsler”.
I pazienti sono invitati ad osservare attentamente ogni giorno questo diagramma, una volta per ciascun occhio, e a controllare che le linee non appaiano piegate o distorte. Prima si diagnostica la MS UMIDA maggiori sono le probabilità che si possa conservare parte della visione centrale.
I pazienti a rischio di contrarre la MS UMIDA compresi quelli che abbiano già sviluppato la forma ASCIUTTA, o quella UMIDA in un solo occhio, dovrebbero consultare l’oculista per un controllo regolare almeno una volta l’anno.
Dovrebbero anche mettersi immediatamente in contatto con l’oculista se riscontrano un qualsiasi cambiamento nella vista. L’Accademia Americana di Oftalmologia raccomanda che chiunque abbia superato i 65 anni di età si faccia controllare gli occhi almeno ogni uno/due anni.
Fino a poco tempo fa l’unico trattamento terapeutico disponibile per la forma UMIDA, e più aggressiva, di MS era la fotocoagulazione con il laser.
In questo caso si fa uso di un laser termico convenzionale. Questo trattamento è stato applicato in una percentuale che andava dal 10 al 20% dei pazienti affetti da MS UMIDA, con lesioni piccole, ben definite e situate idealmente al di fuori della macula. Il calore della luce del laser termico viene impiegato per distruggere i vasi sanguigni abnormi che perdono liquido e sangue.
Tuttavia, essendo questo un trattamento non selettivo, provoca la distruzione della retina e delle sue cellule fotosensibili e una certa perdita immediata e permanente della capacità visiva. Inoltre, il 50% dei pazienti trattati in questo modo incorrono in ricadute che richiedono nuovi trattamenti.
Per la restante percentuale, dall’80 al 90% dei pazienti, il trattamento con laser termico convenzionale offre un beneficio insignificante se paragonato all’immediata perdita della vista.

Nuovo trattamento: terapia fotodinamica con Visudyne
Il più grande progresso nel trattamento della MS UMIDA si è avuto nel 2000 con l’approvazione della terapia con Visudyne da parte dell’America del nord, dell’Europa e di molti altri mercati.
Questa terapia è impiegata nel trattamento della MS UMIDA in un sottogruppo di pazienti, con lesioni caratteristiche di un tipo della malattia in forma più aggressiva.
Gli studi hanno dimostrato che, in questi pazienti, il Visudyne è in grado di ridurre efficacemente il rischio di perdita della vista dovuta alla MS.
La terapia con Visudyne agisce circoscrivendo il danno subito dalla retina e, quindi, non ripristina la capacità visiva in occhi che abbiano perso la vista da lungo tempo o che siano già stati pesantemente danneggiati dalla MS.
La terapia con Visudyne può essere praticata in uno studio medico e consiste di due fasi:
primo il Visudyne viene iniettato per endovena nel braccio del paziente e si accumula nei vasi abnormi dell’occhio.
Secondo, il medicamento viene attivato indirizzando per circa 90 secondi la luce del laser atermico nell’occhio del paziente.
Una volta attivato, il Visudyne agisce sui vasi abnormi provocando una riduzione della crescita di quesri vasi e una conseguente risuzione, o stabilizzazione, della perdita della capacità visiva.
Dalla fluorangiografia risulterebbe che la terapia con Visudyne non danneggi i normali vasi della retina, anche dopo molteplici trattamenti.
I pazienti possono aver bisogno di trattamenti regolari (fino a sei nei primi due anni) per bloccare lavanzamento della malattia.
Per completezza di informazione proseguiamo con quanto abbiamo trovato su Interne riguardo a questo nuovo farmaco precisando però che l’Associazione Toscana Retinopatici e Ipovedenti non intende così fare “pubblicità” gratuita ma solo informare i propri soci che sarà presto in commercio un nuovo prodotto per la cura della MS.

Informazionu sul Visudyne
Risultati clinici favorevoli al trattamento con Visudyne, pubblicati sul Giornale Americano di Oftalmologia, mostrano benefici in pazienti affetti da MS non ancora manifesta e in pazienti affetti da miopia patologica.
Sono stati riportati benefici alla vista nel corso del terzo anno di trattamento con Visudyne.
Al di fuori dell’America del Nord, dell’Europa, dell’Australia e di altri Paesi dell’America del Sud e del bacino del Mediterraneo il trattamento della MS UMIDA con terapia Visudyne, è al momento in fase sperimentale.
Attualmente, risultano idonei al trattamento solo i pazienti regolarmente inseriti nei test clinici sponsorizzati dalla QLT e dalla Novartis Ophtalmics, o, in alcuni altri paesi, in programmi ad accesso allargato che siano conformi alle esigenze locali.

Descrizione
La terapia fotodinamica è una tecnologia di base che utilizza medicinali attivati con la luce per trattare una vasta gamma di patologie. Qualunque patologia associata a una rapida crescita di tessuto, compresa la formazine di vasi sanguigni abnormi, può potenzialmente essere trattata utilizzando questa tecnologia. Oltre alle applicazioni nel campo dei tumori la terapia fotodinamica si è dimostrata promettente come trattamento d’urto nelle malattie oftalmiche, autoimmuni (che coinvolgono il sistema immunitario) e cardiovascolari.
Il Visudyne (Verteporfin per inieszione) è il primo trattamento medico per pazienti affetti da maculopatia senile, con prevalenza di neovascolarizzazione coroidale classica.
L’applicazione della terapia con Visudyne consiste in un procedimento in due fasi che comincia con la somministrazione del medicamento, o “fotosensibilizzatore”, per iniezione endovenosa nel braccio. Circolando nel sangue, il medicamento si attacca alle molecole chiamate lipoproteine: poiché le cellule soggette a rapida proliferazione (divisione e crescita delle cellule) richiedono una quantità maggiore di lipoproteine rispetto alle cellule non divisibili, il medicamento viene rilasciato più rapidamente e in concentrazioni maggiori in questi tipi di cellule.
Una volta che la concentrazione del medicamento ha raggiunto i debito livelli nelle cellule designate, il medicamento stesso viene attivato con una quantità predefinita di luce, a una particolare lunghezza d’onda, molto meno dannosa dell’attuale trattamento a base di calore o trattamento laser a caldo – fotocoagulazione con laser termico – che può lasciare punti di cecità permanente.
Il Verteporfin attivato provoca quindi la conversione dell’ossigeno normale trovato nel tessuto in una forma altamente energizzata chiamata singlet oxygen. Questo ossigeno energizzato, a sua volta, provoca la morte delle cellule sconvolgendo le loro normali funzioni.
Non si può osservare l’effetto terapeutico finché il medicamento e la luce non sono combinati.
Poiché la luce viene indirizzata direttamente sul tessuto stabilito e il medicamento si accumula in queste stesse cellule, il danno al tessuto circostante risulta grandemente ridotto. Basandosi su una procedura scarsamente invasiva, che può essere applicata su base ambulatoriale, il trattamento con Visudyne pare essere un’alternativa economicamente conveniente rispetto ad altri trattamenti. Il tipo di sorgente luminosa impiegata varia a seconda del tipo di malattia da curare.
Quando si trattano patologie interne come il cancro, vien impiegata una fibra ottica che fornisce la luce nel punto da curare attraverso un laser.
In oftalmologia, la luce del laser è inviata nell’occhio del paziente attraverso la fessura di un microscopio.
Nel caso di patologie del sistema autoimmunitario, i pazienti vengono messi in un contenitore che irradia su tutto il corpo luci fluorescenti della lunghezza d’onda appropriata.

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